Solo 10 mesi fa le è morto il padre per un cancro ai
polmoni, una 15 ina di anni fa la stessa sorte è
toccata ai suoi nonni. Ora, la signora Giuseppina
chirco, teme per la vita del suo piccolo figlio che
respira quotidianamente le polveri bianche – a suo
dire cancerogene- che provengono da una cava di
frantumazione pietre e bitume a due passi da casa
sua, in contrada Mùrica a corigliano Insieme alla
sua famiglia lotta da anni, interpellando forze
dell’ordine ed istituzioni, affinché l’impianto- che
tra l’altro funzionerebbe ad olio combustibile,
altamente tossico anzicchè a metano- venga eliminato
o per lo meno messo in regola. L’impianto infatti
risulterebbe anche abusivo, secondo i sopralluoghi
effettuati dall’ufficio tecnico del comune di
corigliano in collaborazione con una pattuglia della
polizia provinciale che hanno notificato , nel
gennaio di questo anno, anche un’ordinanza di
demolizione ma ad oggi l’impianto funziona a pieno
regime. Tra l’altro il 19 giugno del 2003 ci fa
sapere il geometra Cosimo del piano, ex proprietario
dell’impianto, ora detentore del 30 per centro delle
azioni, l’assessorato regionale all’ambiente ha
autorizzato provvisoriamente l’emissione in
atmosfera demandando all’arpa il controllo, cosa mai
avvenuta. Del caso ora è stato anche investito il
presidente della commissione ambiente Nicolino
Sticchi che ha attivato accurate indagini
interessando la polizia provinciale
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